Le lettere da Capri by Mario Soldati

autore:Mario Soldati [Soldati, Mario]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: Fiction, General
ISBN: 9788858780152
Google: gj5nDwAAQBAJ
editore: Bompiani
pubblicato: 2018-09-03T22:00:00+00:00

15

Chi ha provato - e chi non ha provato ? - che cosa sia scoprire l’infedeltà di una donna creduta fedele, anche se non fedelmente riamata, sa che alle torture della gelosia, più o meno dolorose secondo i casi, si mescola un’altra pena: ed è quella di essersi ingannati sul conto di una persona insieme alla quale abbiamo vissuto, notte e giorno, per un lungo tempo, lo stupore e l’umiliazione di vederla, in un attimo, completamente diversa da come l’abbiamo sempre vista: quasi assistessimo, nei brevi istanti necessari per la rivelazione, a una metamorfosi crudele che si compie sotto i nostri occhi. I tratti stessi del suo-volto, fino a un momento prima così familiari, il suo sguardo, le sue movenze, le forme del suo corpo, la nenosità delle sue mani, il modo di gestire e di camminare, sono, ad un tratto, altri, nuovi, misteriosi, non li conosciamo, non ci appartengono più. Ella, pensiamo, ha sorriso a gioie che

“non sapremo mai; i suoi occhi hanno contemplato, ma con”

“quale particolare espressione? lo ignoriamo, un altro uomo;”

le sue mani hanno carezzato, vibrando di una tenerezza ignota a noi e diversa da quella con la quale carezzavano il nostro corpo, perchè diverso era il corpo, la realtà che la provocava. E nello stesso istante straziante in cui sen-tiamo tutto questo, sorge in noi, talvolta inconscio talvolta no, talvolta soffocato dalla nostra vanità e dai nostri pregiudizi talvolta libero e irresistibile, un desiderio tutto nuovo di lei. Vogliamo immediatamente possedere nella sua nuova natura che abbiamo appena scoperta e che, forse a torto, ci sembra ip quel momento l’unica vera, la misteriosa compagna della nostra vita: vogliamo conoscerla subito, fino in fondo, quale essa improvvisamente ci appare: vincere in un amplesso disperato l’assurdo che ci ferisce.

Anch’io, mentre Jane, ripreso il suo posto all’angolo del divano, curva e quasi raccolta in se stessa, cominciava senza guardarmi a raccontare, anch’io dunque provai qualche cosa di simile: la guardavo, con stupore con rabbia con pena, come guardassi una persona estranea e nemica anche se a me intimamente legata, una persona che in quel momento aveva bisogno del mio affetto e della mia comprensione, ma che in passato e in segreto doveva certamente avermi odiato e che ancora, almeno in parte, per la parte di quel passato che essa non aveva ripudiato, doveva odiarmi.

Ma oltre la vanità e i pregiudizi di cui neppure io ero privo, il pensiero della mia colpa mi era troppo presente, la paura di essere, invece, costretto io alla rivelazione della mia infedeltà era troppo recente, per non complicare e per non trattenere la mia reazione, qualunque potesse essere, di gelosia, di dolore, di perdono, di libidine.

Avevo camminato dieci minuti al suo fianco, da via Boncompagni al Grand Hotel, nel vivace crepuscolo romano, preparandomi a confessare e ad attenuare il mio tradimento, a costruire un impasto credibile di verità e di men-

“zogne; ero entrato in quella stanza pochi minuti prima col”

“cuore che mi mancava per la vergogna di me medesimo;”

avevO spiato le ultime espressioni di

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